Quanta familiarità abbiamo con termini come “KPI / KBI” od “EBITDA margin”? Quali sono i driver che guidano la mia attività? Quali misure sono rappresentative del mio andamento e quali strumenti posso adottare per rappresentarli efficacemente?
Il corso in controllo di gestione vuole introdurre questi temi, fornendo spunti, metodi e riflessioni sul tema.
Perchè il controllo di gestione?
Il controllo di gestione è un tema tradizionalmente caro all’impresa, per quanto molto meno diffuso rispetto ai benefici che porta a chi lo applica. Ultimamente, una sempre maggiore attenzione ai dati e l’introduzione di nuovi e più potenti strumenti di business intelligence ha fatto si che il controllo di gestione sperimentasse un’accelerazione notevole.
Finalmente si è arrivati alla corretta visione che il controllo di gestione non è appannaggio delle sole grandi aziende, anzi, a maggior ragione (data la fragilità) andrebbe applicato nelle realtà più snelle e piccole.
Metodologia applicativa:
Tipicamente, il controllo di gestione si sviluppa attraverso 4 fasi: definizione dell’obiettivo, ricognizione dei dati disponibili, integrazione e/o manipolazione di questi, creazione di misure e reportistica di controllo.
Definizione dell’obiettivo:
La prima domanda a cui rispondere è “cosa vogliamo misurare?” vogliamo misurare la performance di un singolo prodotto? di una singola area? vogliamo mappare il turnover dei clienti? o vogliamo mappare l’andamento intero della struttura? Posto che è possibile monitorare praticamente qualsiasi aspetto della vita aziendale, la prima domanda è comunque strumentale per impostare il lavoro successivo e l’impegno necessario al suo sviluppo. Questo perchè possiamo misurare tutto, a patto – ovviamente – che esistano dei dati
Ricognizione dei dati disponibili:
E’ fondamentale stabilire quali sono le sorgenti dei nostri dati e quali/quanti dati abbiamo a disposizione. L’inserimento è manuale? E’ disponibile un gestionale a cui interfacciarsi? i dati sono tutti nello stesso formato? vogliamo mixare variabili numeriche a semantiche (frasi, parole etc)?
Anche in questo caso, è possibile arrivare al risultato desiderato, tuttavia è necessario comprendere bene che tipo e che quantità di dato stiamo trattando in base all’obiettivo prefissato. Questo per evitare di “sovra-dimensionare” il lavoro di controllo di gestione rispetto al risultato: la prima regola è sempre seguire l’efficacia del risultato secondo una progressione graduale. Per fare un esempio: avrebbe senso misurare scostamenti di risultato in millimetri se gestiamo spazi in metri? Potrebbe, ma occorre valutarne l’effettivo beneficio
E’ molto importante, in questa fase, studiare l’architettura aziendale sia a livello informatico che a livello di “scambio dati”: il controllo di gestione deve essere integrato al flusso di dati, senza snaturarlo se non per precise volontà e finalità.
Integrazione e/o manipolazione dei dati:
I dati non vanno solo rappresentati, ma anche correlati tra loro per rispondere agli obiettivi definiti. Devono essere quindi manipolati secondo criteri di data-sience e business intelligence.
Quali sono i rapporti di vendita rispetto ai prospect? Quante ore tecniche dedichiamo all’assistenza di un cliente rispetto al generale? In media quante giorni impiego per ottenere un nuovo cliente? e quale canale è il più efficace? Nella mia commessa che margine ho? quanto pesa la finanza su una commessa? quanto ruota il mio magazzino? Dove si trovano i miei clienti? quanto incide la logistica sul singolo cliente?
Tutte queste domande sono esempi di manipolazione del dato, ovvero della combinazione di dati attraverso operazioni matematiche (anche definite misure) e creazione di indici o rapporti.
Creazione di misure e reportistica di controllo
Ottenuti gli indici e le misure rispondenti agli obiettivi definiti, è necessario rappresentarli graficamente in modo che il management possa avere una chiara visione dell’andamento della struttura. Vi sono numerosi strumenti per farlo – noi proponiamo l’utilizzo di Microsoft Power Bi per flessibilità ed economicità – ma tutti devono rispondere ad almeno un requisito: l’immediatezza nella consultazione. Un grafico in cui impieghiamo oltre 10 secondi per interpretarlo può non essere funzionale al nostro obiettivo. Ecco che la rappresentazione diventa elemento essenziale della comprensione e della fruibilità del controllo di gestione.
Altra caratteristica importante a cui rispondere è: come vogliamo fruire dello strumento di controllo? Siamo specializzati in reportistica digitale accessibile via web e riteniamo che rappresenti lo standard contemporaneo per il controllo di gestione. Se possibile rispetto alla sorgente dei dati (ERP, strumenti online etc) è opportuno avere flussi di lavoro che consentano l’aggiornamento quotidiano dei dati trattati, in modo da avere una chiara visione della progressione di struttura.
Durata del corso: 12 ore in sessioni da 4 ore
Location: presso richiedente / presso sede Corporate Advisor Bureau
Possibilità docenza online: si (sessioni da 1 a 2 ore)
Numero minimo di partecipanti: 1
Numero massimo di partecipanti: 6
Numero docenti: 1 senior
Supporti: vengono proiettate slide e contenuti multimediali
Obiettivi:Introdurre temi di controllo di gestione, da nozioni teoriche ad applicazioni pratiche (a seconda del livello richiesto dall’aula). Durante il corso si faranno brevi esperimenti di costruzione di reportistica utilizzando Microsoft Power Bi
Target: middle management, controller, consulenti
Rilascio materiale post corso: si
Progetto formativo:
- Il controllo di gestione: definizione di obiettivi
- il ruolo dei controller
- KPI – KBI e misuratori di performance, quali scegliere?
- Dove trovare i dati
- Correlare i dati
- Esame di un database
- Microsoft Power Bi: demo ed esercizio pratico